De aleatoribus forse è la più antica e famosa condanna contro il gioco d’azzardo emessa da un onorabile ecclesiasta. Risalente attorno alla metà del III secolo, De aleatoribus, proibiva ai cristiani di abbandonarsi alla pericolosa tentazione del gioco, vera e propria seduzione pagana che la stessa legge romana vietava per le sue insidiose conseguenze.
Secondo il documento De aleatoribus il gioco è un idolatria, affidare del denaro alla sorte è un atto peccaminoso, una pericolosa tentazione opera del diavolo. Per la chiesa la vera minaccia era il rischio che il giocatore sostituisse la fede di Dio con la Provvidenza.
Gli inquisitori: i più grandi nemici dei giochi d’azzardo
La storia è piena di uomini che odiano i Casino, il fatto più curioso è che in tutti i casi il gioco viene associato ad episodi estremi:
Ai tempi di De aleatoribus la frase fatta era: “chi ha fede e pratica la carità non si rovinerà mai al gioco”. Peccato che la chiesa predicava bene ma razzolava male gia ai tempi. Secondo i dogmi ecclesiastici erano i fedeli che dovevano aiutare i più bisognosi, mentre la chiesa ingrassava.
Purtroppo la crociata contro i giochi e giocatori d’azzardo non è ancora terminata. Penso che sia spregiavelo etichettare una persona solo per una sua passione. Non capisco perché giocare alla roulette o con qualsiasi altro gioco d’azzardo non possa essere considerato un semplice hobby. Soprattutto quando uno gioca con i propri soldi senza chiedere niente a nessuno.
E’ risaputo che giocare d’azzardo è rischioso, lo dice la parola stessa: azzardare, altrimenti sarebbero stati chiamati con un altro nome!
Quello che è sbagliato è esagerare, giocare al di sopra delle proprie possibilità, chiedere soldi in prestito per scommettere. Di certo non sono i Casino luoghi di perdizione.