Il gioco d'azzardo muove complessivamente il 4% del Prodotto Interno Lordo italiano e rappresenta il 12% della spesa delle famiglie. I giocatori italiani rappresentano il 15% del mercato europeo e il 4,4% di quello mondiale.
Da quando sono stati aperti i rubinetti della legalizzazione dei giochi a distanza e delle videolottery, il gioco d'azzardo è diventata la terza impresa nazionale. Se nel 2000, il fatturato del comparto giochi, era di 14,3 miliardi di euro, nel 2012 ha sfiorato quasi i 100 miliardi.
Numeri da far impallidire i jackpot milionari della Sisal, quest'ultima è tra le società che con l'avvento dei Casinò legali ha avuto modo di incrementare utili e giochi. Già forte per il suo monopolio di ricevitorie del lotto, lotterie, gratta e vinci, schedine totocalcio, totogol, bigmatch e scommesse sportive. Ha incrementato la sua offerta con i giochi a distanza (Casinò, Poker, Bingo).
Realtà come Sisal nel panorama del gioco d'azzardo italiano sono piuttosto rare. Difatti, se Sisal sorride non possono fare lo stesso i quattro Casinò storici (Venezia, Saint Vincent, Sanremo e Campione d'Italia), i quali sono alle prese con una pesantissima contrazione del gioco, costretti a forti tagli di personale e cambiamenti strutturali per provare a rimanere a galla.
Anche le Videolottery tentennano. Sul territorio italiano sono circa 400mila le slot machine dislocate in locali pubblici. Il comparto è saturo!
L'apertura indiscriminata di così tante sale giochi non soddisfa più nessuno. A partire dalle associazioni che da sempre combattono contro il dilagare del gioco d'azzardo, ai stessi titolari dei locali che ospitano le video slot.
Online come sta andando?
Dopo l'euforia iniziale, i casinò su internet sono in perdita. L'autolimitazione del deposito di gioco e le imposte del Governo italiano hanno deluso le aspettative. Anche la tardiva introduzione delle slot online non è servita a cambiare il trend. Al stato delle cose attuali, i casinò online legalizzati per l'Italia sono in perdita.
Se aggiungiamo anche i giocatori, le vere vittime sacrificali. Dal calderone ne esce che a guadagnarci sono: lo stato italiano e le società che già avevano il monopolio del gioco in Italia.